Marcolin: "Il Cagliari ha l'anima di Nicola, non molla mai"
Dario Marcolin, doppio ex di Cagliari-Lazio, ha parlato ai microfoni di Domus Rossoblù, magazine ufficiale del Cagliari Calcio.
Dario, che ricordi hai della stagione in Sardegna?
Ero giovane e Cagliari mi diede una grande opportunità. Giocai con regolarità in campionato, perché in Coppa Uefa non potevo e il 1° maggio, il giorno della morte di Ayrton Senna, conquistammo la salvezza vincendo 1-0 a Lecce. La squadra talmente forte che andava benissimo in Europa, ebbe un po’ di fatiche in campionato. Non c’erano ancora le rose lunghe.
Poi il ritorno alla Lazio e lo scudetto.
Qualcosa che ancora oggi ha dell’incredibile. Facemmo una rimonta assurda e quando all’ultima giornata ci ritrovammo a -2 dalla Juventus, mai avremmo pensato che gli ultimi 90’ ci avrebbero regalato il tricolore.
Hai giocato con tanti campioni, il tuo 11 ideale?
Vado di Cagliari-Lazio. Marchegiani in porta, Pancaro, Mihajlovic, Nesta Pusceddu in difesa, Marcolin, Matteoli, Nedved e Moriero a centrocampo, Mancini e Salas davanti.
Campioni di una Serie A che non c’è più?
Oggi mancano i numeri 10, quelli veri. Erano fantasia, romanticismo. Inventavano assist assurdi e facevano gol spettacolari. Ti facevano sognare.
Ti manca il "viverlo" dal campo?
Fondamentalmente non ho mai smesso. Dopo la carriera da calciatore, ho fatto dieci anni da allenatore dove ho collaborato anche con Mancini e Mihajlovic e poi ho iniziato a lavorare in tv. Un mondo che ti permette di vivere il calcio con meno stress e lontano dai riflettori. Un mondo che mi piace.
La Lazio come ci arriva a questa sfida?
È una squadra che gioca in casa e fuori un po’ allo stesso modo e questa è la forza di quest’anno.
E il Cagliari?
Questo Cagliari ha l’anima di Nicola: non molla mai, è sempre vivo, ha intensità. Ha un’identità di gioco abbastanza netta.
E allora che gara vedremo?
Sarà una partita molto aperta, e la corsa alla salvezza è sempre più complicata. Mai come quest’anno la Serie A è spaccata in due. Ora ci sono tre squadre che rischiano di più, ma nel finale di campionato vengono fuori rabbia e orgoglio e tutto può succedere.
Se potessi, cosa regaleresti a questo Cagliari?
Un uomo di qualità in mezzo al campo. È una squadra che ha grande intensità, ma che avrebbe bisogno della ‘giocata’ negli ultimi 30 metri. L’agonismo lo alleni, la qualità o ce l’hai o non ce l’hai e se non ce l’hai la devi acquistare.