Cagliari, Makoumbou e Adopo le certezze da cui ripartire
“Squadra che vince non si cambia", recita una delle più antiche regole non scritte del gioco del calcio. E il Cagliari, a Torino, ha confermato una volta di più la validità di questa "norma". Dopo tre gare, quelle con Monza, Milan e Lecce, in cui a scendere in campo dal primo minuto erano stati sempre gli stessi undici, all'Olimpico ecco tre mosse a sorpresa di mister Nicola: fuori Makoumbou, Adopo e Viola, dentro Deiola, Marin e Gaetano. Una strategia che replicava i cambi visti nel match contro il Lecce e che erano valsi la vittoria al Cagliari, ma che questa volta non ha pagato e, anzi, sembra aver mandato in totale confusione la squadra. I rossoblù, privati della coppia di riferimento a centrocampo, sono sembrati in difficoltà fin dai primi minuti: una gara in apnea, nella quale i giocatori avversari arrivavano sempre per primi sul pallone e riuscivano a vincere tutti i rimpalli. Una partita persa soprattutto in mediana, dove il duo composto da Marin e Deiola non ha saputo garantire il giusto apporto alla manovra, sia in fase difensiva che sotto il profilo della costruzione del gioco, con buona pace di Gaetano e Piccoli, a cui sono stati serviti pochissimi palloni.
“Eravamo più stanchi. Abbiamo speso molto nelle ultime partite, qualcuno sta giocando molto”, ha commentato mister Nicola al termine della partita, riproponendo il problema di una rosa corta e di alcuni giocatori che non hanno finora garantito reso al massimo delle potenzialità e delle aspettative. Per provare a rimediare, il club sarà costretto ad intervenire sul mercato nei prossimi giorni, ma non sarà facile: dopo aver salutato Wieteska e Azzi, ora bisognerà convincere Lapadula ad accettare la corte di uno dei tanti club di Serie B che vorrebbero puntare su di lui, per poi muoversi alla ricerca di un difensore e di una punta che porti in dote un buon numero di gol.