Menu Serie ASerie BSerie CCalcio EsteroFormazioniCalendari
Eventi LiveCalciomercato H24MobileNetworkRedazioneContatti
Canali Serie A atalantabolognacagliaricomoempolifiorentinagenoahellas veronainterjuventuslazioleccemilanmonzanapoliparmaromatorinoudinesevenezia
Canali altre squadre ascoliavellinobaribeneventobresciacasertanacesenafrosinonelatinalivornonocerinapalermoperugiapescarapordenonepotenzaregginasalernitanasampdoriasassuoloternanaturris
Altri canali euro 2024serie bserie cchampions leaguefantacalcionazionalipodcaststatistichestazione di sosta
tmw / cagliari / Ex rossoblù
L'ex rossoblù Paolino: "L'infortunio subito a Cagliari mi ha rallentato la carriera. Oggi Van Basten farebbe 60 gol a stagione"
lunedì 2 settembre 2024, 21:00Ex rossoblù
di Vittorio Arba
per Tuttocagliari.net

L'ex rossoblù Paolino: "L'infortunio subito a Cagliari mi ha rallentato la carriera. Oggi Van Basten farebbe 60 gol a stagione"

Raffaele Paolino, ex attaccante di Inter e ​​Cagliari, si è raccontato durante una lunga intervista a cura del giornalista Gian Luca Rossi, pubblicata su YouTube. Di seguito le parole dell'ex rossoblù, sintetizzate da TuttoCagliari.net: "All'Inter, con Giampiero Marini in panchina, nel 1989 abbiamo vinto lo scudetto Primavera e la domenica dopo abbiamo festeggiato lo scudetto di Inter-Fiorentina a San Siro, in mezzo al campo con la prima squadra. Poi ho avuto un infortunio, ero un bell'attaccante, eh! Dopo ho cambiato un po' il mio ruolo quando sono andato a giocare nei professionisti, perché Ranieri mi utilizzava come esterno. Però in Primavera giocavo di punta e facevo anche bei gol, ne segnavo una ventina. Poi ho avuto un infortunio brutto...

Sì, l'infortunio che ho avuto a Cagliari mi ha un po' bloccato la carriera. Ho passato un anno con il gesso, mi sono rotto l'ultima vertebra della colonna vertebrale, e ho rischiato di non giocare più. Alla fine sono riuscito a giocare fino ai 30 anni. Oggi, con le tecniche moderne, forse mi sarei ripreso prima. All'epoca invece ho dovuto portare il gesso per 7 mesi, più 4 mesi di riabilitazione fatta a Venezia. Poi, vabbè, ho avuto Zamparini e Cellino come presidenti. Avrei tanti episodi da raccontare! Io amo il calcio di una volta. Gli attaccanti segnavano 15 gol e basta, ma si parlava di gente come Pruzzo, Altobelli, Bettega... una volta si giocava a uomo, il due marcava l'11, il cinque il nove. Gli allenatori ti dicevano: "Seguilo fino al bagno!". Ho avuto marcatori che ti facevano di tutto. Una volta un avversario in Cagliari-Ternana mi ha messo una crema negli occhi. Si chiamava Camina, bruciava tutto, non vedevo niente e l'allenatore mi ha sostituito. Era una cosa che si usava all'epoca. Una volta c'era una sola telecamera, non come adesso con i social. Ho visto cose incredibili nel sottopassaggio: pistole ad Avellino, pugni prima delle partite... Lo stadio più pericoloso che ricordo? Licata. Serie B, Licata-Cagliari. Non ti facevano battere i calci d'angolo perché ti colpivano con gli ombrelli. Dovevi passare velocemente al tuo compagno. Oggi, con le regole attuali, Van Basten farebbe 60 gol, Altobelli forse 40. Ora non si può toccare l'avversario, è quasi un calcio a 5. Ai nostri tempi, invece, gli attaccanti sapevano come difendersi, alzavano il gomito per non far entrare l'avversario. Ho visto duelli incredibili, come quelli tra Serena e Van Basten. Usavano la sabbia di San Siro per accecare l'avversario. Non si facevano prigionieri. Il calcio di una volta era diverso, anche negli spogliatoi. Altobelli mi fece portare i palloni al campo quando ero un giovane della Primavera. Era una sorta di nonnismo militare, ma dovevi avere carattere per sopravvivere. Poi sono andato all'estero, ho lavorato con l'Africa. Lì ho visto stadi pieni, dove ti vendono di tutto, dai telefonini ai televisori. A livello fisico sono forti, ma tatticamente devono ancora imparare. Ho avuto anche esperienze pericolose, come in Malawi, dove ho rischiato l'arresto, e in Libia, durante la guerra civile. Siamo stati bloccati per un mese con i combattimenti sotto casa. È stata un'esperienza terribile, ma formativa. Adesso torno spesso in Africa per seguire giovani talenti. Ma il calcio di oggi? Non mi entusiasma più come quello di una volta. Anche nei settori giovanili è difficile, ci sono troppe pressioni dai genitori e sponsor. Oggi il calcio non è più quello di una volta, e lo dico da chi ci ha vissuto dentro. Però l'Inter di quest'anno mi ha impressionato. Forse c'è ancora speranza per il bel gioco...