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Dal PSV al PSV: in cinque mesi la Juve non è cresciuta e gli infortuni sono un alibi
La sconfitta contro il PSV Eindhoven fa malissimo, l'eliminazione dalla Champions League ancora di più. La Juventus si lecca le ferite all'indomani dal ko al Philips Stadion che è costato l'addio alla competizione più importante d'Europa ma è anche tempo di analisi per quello che è stato il cammino stagionale nella nuova Coppa dei Campioni. Un inizio fantastico, un finale triste, con il filo conduttore rappresentato proprio dal PSV, primo e ultimo avversario della formazione di Thiago Motta.
L'esordio fatto di soli sorrisi... e una linguaccia.
La prima partita dell'anno in Champions fu una serata praticamente perfetta. Il 3-1 finale aveva raccontato soltanto buone notizie, a cominciare dal gol del vantaggio siglato da Kenan Yildiz, alla Del Piero, con tanto di linguaccia nell'esultanza, che rese il numero 10 il più giovane juventino a segnare in Champions (19 anni e 136 giorni). Poi il gol di McKennie, e infine quello di Nico Gonzalez a suggellare una partita dominata dall'inizio alla fine, con la rete di Saibari al 93' che non significava niente.
La partita dell'eliminazione.
Storia completamente diversa quella di ieri sera. A cominciare dal finale opposto, con il medesimo risultato. Questa volta il 3-1 è stato infatti in favore degli olandesi, dopo i tempi supplementari, in una partita giocata alla pari nel primo tempo e poi totalmente passata nelle mani del PSV dall'inizio del secondo tempo fino al 120'. In cinque mesi è cambiato tutto: in positivo per il PSV, in negativo per la Juventus e allora ecco che il porsi alcune domande diventa inevitabile. Perché la Juve di Thiago Motta non è cresciuta? Cosa è successo da settembre a febbraio?
Alibi infortuni.
Molto spesso si è sentito dire, da parte di allenatore e dirigenza, quanto gli stop gravi di Gleison Bremer (soprattutto) e Juan Cabal, abbiano portato tanti svantaggi alla Juve, ma se da una parte capiamo che possa essere anche vero, dall'altra non possiamo non dire che rappresentino anche un alibi. La rottura del legamento crociato del centrale brasiliano non può bastare a giustificare l'eliminazione dalla Champions League di una squadra che sulla carta, e non solo, aveva il dovere di approdare agli ottavi. Nel post gara della prima giornata della fase campionato tra Juve e PSV Nico Gonzalez affermò: "Con Motta abbiamo la libertà di fare quello che sappiamo fare. In campo si va sempre con il sorriso". Ecco, quel sorriso adesso è sparito, perché la Juventus ha detto addio alla Champions League. E tornando a pensare a quel 17 settembre, sembrava davvero impossibile che potesse andare così.
L'esordio fatto di soli sorrisi... e una linguaccia.
La prima partita dell'anno in Champions fu una serata praticamente perfetta. Il 3-1 finale aveva raccontato soltanto buone notizie, a cominciare dal gol del vantaggio siglato da Kenan Yildiz, alla Del Piero, con tanto di linguaccia nell'esultanza, che rese il numero 10 il più giovane juventino a segnare in Champions (19 anni e 136 giorni). Poi il gol di McKennie, e infine quello di Nico Gonzalez a suggellare una partita dominata dall'inizio alla fine, con la rete di Saibari al 93' che non significava niente.
La partita dell'eliminazione.
Storia completamente diversa quella di ieri sera. A cominciare dal finale opposto, con il medesimo risultato. Questa volta il 3-1 è stato infatti in favore degli olandesi, dopo i tempi supplementari, in una partita giocata alla pari nel primo tempo e poi totalmente passata nelle mani del PSV dall'inizio del secondo tempo fino al 120'. In cinque mesi è cambiato tutto: in positivo per il PSV, in negativo per la Juventus e allora ecco che il porsi alcune domande diventa inevitabile. Perché la Juve di Thiago Motta non è cresciuta? Cosa è successo da settembre a febbraio?
Alibi infortuni.
Molto spesso si è sentito dire, da parte di allenatore e dirigenza, quanto gli stop gravi di Gleison Bremer (soprattutto) e Juan Cabal, abbiano portato tanti svantaggi alla Juve, ma se da una parte capiamo che possa essere anche vero, dall'altra non possiamo non dire che rappresentino anche un alibi. La rottura del legamento crociato del centrale brasiliano non può bastare a giustificare l'eliminazione dalla Champions League di una squadra che sulla carta, e non solo, aveva il dovere di approdare agli ottavi. Nel post gara della prima giornata della fase campionato tra Juve e PSV Nico Gonzalez affermò: "Con Motta abbiamo la libertà di fare quello che sappiamo fare. In campo si va sempre con il sorriso". Ecco, quel sorriso adesso è sparito, perché la Juventus ha detto addio alla Champions League. E tornando a pensare a quel 17 settembre, sembrava davvero impossibile che potesse andare così.
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