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Thiago Motta, la batosta sul più bello. Ora solo il 4° posto rende salvabile la stagione
La partita di Eindhoven per la Juventus non poteva arrivare in un momento migliore. La squadra di Thiago Motta era reduce da quattro successivi consecutivi: non aveva solo battuto il PSV a Torino, ma anche l'Inter in un derby d'Italia che aveva mostrato il gruppo. Quella compattezza ricercata da inizio stagione e che sembrava giunta a maturazione. Non solo: gennaio aveva portato quel centravanti finalmente capace di superare lo spinoso caso Dusan Vlahovic e rimediato ai problemi di una difesa che s'era scoperta indifesa dopo gli infortuni di Bremer e Cabal.
Anche grazie al 2-1 dell'andata tutto lasciava presagire a un passaggio del turno non così tortuoso e invece il campo ha raccontato altro. Quella di ieri potrebbe esser stata la Caporetto della stagione bianconera, il punto di non ritorno di un'annata che era partita con ben altri presupposti e che oggi, nella migliore delle ipotesi, sarà appena sufficiente.
Le attenuanti non mancano: c'è un allenatore giovane e un gruppo più giovane ancora. C'è una nuova squadra che ha iniziato a formarsi la scorsa estate, nuovi leader in costruzione e vecchi senatori che nel frattempo sono stati mandati via. Ma la Juventus resta la Juventus, in qualsiasi momento. E per un club come quello bianconero non essere mai in lotta per lo Scudetto e non arrivare tre le prime sedici squadre della Champions League è sinonimo di annata deludente.
La stagione non è finita. C'è ancora la Coppa Italia da provare a vincere, anche se come ha raccontato la scorsa stagione la coppa nazionale influisce poco sull'operato di un allenatore. C'è soprattutto un posto nella prossima Champions da conquistare che oggi non è scontato perché la Juventus dopo 25 turni è quarta, ha gli stessi punti della Lazio e deve guardarsi le spalle da Fiorentina, Bologna e soprattutto Milan.
La prima stagione di Motta, insomma, alla luce dei risultato di ieri oscilla tra l'insufficiente e l'appena sufficiente. Il suo arrivo la scorsa estate doveva rappresentare l'inizio di una nuova era, sembrava il passaggio chiave per riportare subito la Juventus dove la sua storia impone. E invece gli servirà del tempo, un'altra stagione in cui si giocherà tutti i crediti ancora a disposizione. Non oltre. Perché la Juve è la Juve e già la seconda opportunità è un lusso che non viene poi concesso così spesso.
Anche grazie al 2-1 dell'andata tutto lasciava presagire a un passaggio del turno non così tortuoso e invece il campo ha raccontato altro. Quella di ieri potrebbe esser stata la Caporetto della stagione bianconera, il punto di non ritorno di un'annata che era partita con ben altri presupposti e che oggi, nella migliore delle ipotesi, sarà appena sufficiente.
Le attenuanti non mancano: c'è un allenatore giovane e un gruppo più giovane ancora. C'è una nuova squadra che ha iniziato a formarsi la scorsa estate, nuovi leader in costruzione e vecchi senatori che nel frattempo sono stati mandati via. Ma la Juventus resta la Juventus, in qualsiasi momento. E per un club come quello bianconero non essere mai in lotta per lo Scudetto e non arrivare tre le prime sedici squadre della Champions League è sinonimo di annata deludente.
La stagione non è finita. C'è ancora la Coppa Italia da provare a vincere, anche se come ha raccontato la scorsa stagione la coppa nazionale influisce poco sull'operato di un allenatore. C'è soprattutto un posto nella prossima Champions da conquistare che oggi non è scontato perché la Juventus dopo 25 turni è quarta, ha gli stessi punti della Lazio e deve guardarsi le spalle da Fiorentina, Bologna e soprattutto Milan.
La prima stagione di Motta, insomma, alla luce dei risultato di ieri oscilla tra l'insufficiente e l'appena sufficiente. Il suo arrivo la scorsa estate doveva rappresentare l'inizio di una nuova era, sembrava il passaggio chiave per riportare subito la Juventus dove la sua storia impone. E invece gli servirà del tempo, un'altra stagione in cui si giocherà tutti i crediti ancora a disposizione. Non oltre. Perché la Juve è la Juve e già la seconda opportunità è un lusso che non viene poi concesso così spesso.
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