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Pochesci tuona: "Ternana, assurdo esonerare Abate. Squadre estromesse falsano la C"TUTTO mercato WEB
ieri alle 14:49Serie C
di Daniel Uccellieri

Pochesci tuona: "Ternana, assurdo esonerare Abate. Squadre estromesse falsano la C"

tmwradio
A TUTTA C con Daniel Uccellieri. Ospite: Sandro Pochesci, allenatore
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Sandro Pochesci, tecnico che in carriera ha allenato Ternana, Carpi e Juve Stabia fra le altre, è intervenuto ai microfoni di TMW Radio nel corso della trasmissione A Tutta C.

Si aspettava un’Entella così? Perché in tanti, a inizio stagione, vedevano i Diavoli Neri come una squadra da playoff, ma non certo da promozione diretta. E soprattutto non in questo modo.
"Parliamo di un girone dove – per me – c’erano squadre meglio organizzate. La Ternana, ad esempio, è stata costruita meglio di tutte: una rosa fortissima, una squadra che poteva dominare, ma purtroppo da dicembre in poi la Ternana è stata gestita malissimo. L’addio del direttore generale Foresti, che era l’anima del progetto, ha tolto equilibrio e concentrazione. Non hanno avuto un vero calo, ma non erano più brillanti come all’inizio. E poi non dimentichiamoci che in questo girone c’erano la SPAL, il Perugia, il Pescara..."

E l’Ascoli?
"Sì, anche l’Ascoli, ma lì il problema è gestionale. Quando la proprietà non è ben vista dalla tifoseria, è giusto che se ne vada. Non si può gestire una piazza come Ascoli con incompetenza. Hanno uno degli attacchi più forti della Serie C e stanno lottando per non retrocedere. Non è un problema di calciatori, perché sono bravi, ma se non li sai gestire – oltre che allenare – il risultato è questo. Io non ce l’ho con gli allenatori, che sono ragazzi preparati. Il problema sono i direttori, i presidenti: se non capiscono di calcio, si fanno solo figuracce. Mi è dispiaciuto molto per la Ternana, ero convinto che avrebbe vinto. I cambi di società, la penalizzazione... Tutto ha destabilizzato un gruppo che per me resta il favorito per i playoff.

Quanto all’Entella: società solida, presidente forte, allenatore molto bravo. È un gruppo che lavora insieme da anni, si vede nella gestione: mai un crollo, una sola sconfitta in campionato, peraltro col Pescara, che era partito forte e poi si è sciolto come neve al sole. Anche lì, solita storia: presidente non ben visto dalla tifoseria, pressione altissima. Ecco, l’Entella non ha quella pressione. Non è come Ascoli, Terni o Pescara, e questo pesa nella corsa finale".

Tornando alla Ternana: ha parlato di pressioni e ambiente. Quanto ha inciso davvero l’esonero di Abate?
"Tantissimo. Parliamo di un allenatore che stava facendo benissimo. Certo, la sconfitta con la Lucchese è stata pesante, ma arriva dopo un esonero avvenuto a dicembre, poi rientrato solo perché i tifosi si sono ribellati. Ma stiamo scherzando? Si esonera un allenatore primo in classifica per motivi che tutti sanno ma nessuno dice? Così si distrugge uno spogliatoio che era un orologio svizzero. La Ternana è una super squadra, costruita benissimo. Io non vedevo una rosa così forte da anni in Serie C. Potevano fare i playoff in Serie B, tranquillamente. E allora mi chiedo: come si fa a mettere in discussione Abate? Oggi gli allenatori sono trattati come pezzi di ricambio. Perdono una partita e vengono messi in discussione. Ma nel calcio c’è una cosa che conta più di tutto: la competenza. E troppe volte gli allenatori vengono giudicati da chi di calcio non capisce nulla. Solo perché hanno due soldi, pensano di poter dire la loro. Ma se non hai mai fatto calcio, che giudizi puoi dare? Abate veniva dal settore giovanile, ha saputo imporsi in uno spogliatoio complicato, con giocatori di esperienza e personalità. Ha sorpreso tutti. E noi che facciamo? Lo mettiamo in discussione. Ma da chi? Da incompetenti".

E ora, con Liverani?
"Liverani è un grande allenatore. C’è gente che dice “eh, è stato fermo due anni...”, ma sono tutte sciocchezze. Ma cosa deve dimostrare uno che ha portato una squadra dalla Serie C alla Serie A? Che ha fatto bene anche in Serie A? Oggi nel calcio si giudica l’allenatore solo quando le cose vanno male. Ma l’allenatore forte diventa fortissimo se ha una società forte alle spalle. Un buon allenatore può portarti 5 punti in più, uno meno bravo magari te ne fa perdere 5. Ma il valore della squadra è quello. La Ternana è fortissima, in ogni reparto. Ha la miglior difesa, un ottimo portiere, un attacco che sta facendo benissimo. Certo, ora sono un po’ in affanno, ma è normale: c’è confusione, troppe voci, troppi protagonismi. Serve stabilità, servono persone che sanno di calcio. Noi allenatori siamo l’unica categoria giudicata da persone che non conoscono la materia. E vogliono mettere regole solo perché sono diventati importanti nelle loro aziende. Ma il grande imprenditore, nel calcio, sa quello che deve fare: individua la persona giusta, gli dà carta bianca, gli dice: “Costruisci la squadra, fai il tuo lavoro. Se va bene sto zitto, se va male ti cambio.” Punto. E invece no. Quando le cose vanno bene, parlano. Quando vanno male, parlano. Sempre a rompere i coglioni. Interviste, dichiarazioni… e schiacciano allenatore e squadra. Vedi presidenti che fanno più conferenze stampa loro del Presidente della Repubblica. Ma non è così che si fa calcio".


Quindi per i playoff la Ternana parte comunque favorita?
"Assolutamente sì. Ma devono lasciare lavorare Liverani e il gruppo. Niente più scosse. Lasciateli fare. Le qualità ci sono, la squadra è costruita per vincere. Se metti ordine intorno, questa Ternana può fare grandissime cose."

Mister, prima di salutarla, le chiedo un’opinione anche sugli altri gironi. Il girone C, con l’Avellino a +5, ha un match point. Il Padova può chiudere nel girone A.
"Mi dispiace per Vecchi, che è un amico, ma ha avuto la palla per vincerlo il campionato. Ora dipende tutto dal Padova. Il girone A forse è stato l’unico regolare della Serie C. Perché quest’anno abbiamo visto una vergogna, una cosa che spero non si ripeta mai più.

Non si possono avere campionati falsati. L’Avellino ha vinto il girone grazie anche a due squadre radiate che non dovevano nemmeno partecipare. E allora chi è che controlla queste cose? Perché magari c’erano società sane che sono rimaste fuori dalla Serie C, o che non sono state riammesse. È inaccettabile. E il problema non sono neanche le 60 o 50 squadre in Lega Pro. Il punto è che la Serie C deve essere un serbatoio, un vivaio. Non c’entra nemmeno il discorso delle squadre B, anche se io farei un passo oltre: le squadre B che vanno in Europa le metterei in Serie B, in soprannumero, da 20 a 24 squadre. Così si alza il livello e si fa crescere i giovani.

Però poi vai a vedere: anche lì, tutti stranieri. E torniamo al solito discorso. Il Made in Italy. Se non facciamo giocare i nostri giovani, resteremo sempre dietro agli altri paesi. Vediamo squadre italiane eliminate da club di paesi sconosciuti, quando 20 anni fa andavamo in Norvegia e facevamo 10-0. Anche la Nazionale: Spalletti e Mancini hanno rivoluzionato un po’ il discorso. Si sono presi ragazzi giovani che manco giocavano in Serie A, come Zaniolo ai tempi. Quindi i giocatori bravi ci sono, bisogna solo dargli l’opportunità.

Nel girone C è tutto falsato. Una classifica falsata. Il Cerignola avrebbe meritato di più. Poi il regolamento ha tolto punti qua e là e ha dato una grande spinta all’Avellino. Ora, con Biancolino, è la squadra più in forma. Ma è stata anche fortunata, o aiutata, da un regolamento assurdo. Non puoi far partire squadre con debiti. Tu prendi giocatori a 300-400 mila euro, e poi non li paghi? E il campionato resta valido? È un campionato falsato. Anche nel girone B è successo: la Lucchese ha fatto perdere il campionato alla Ternana e non ha pagato stipendi. E lì che si fa? A qualcuna togli i punti, ad altre no. Perché? Perché Lucchese no? Torre del Greco sì? Taranto sì? Chi ce lo spiega? Mi dispiace dire queste cose, magari mi creo delle antipatie. Ma dico la verità. E nel calcio, se non dici la verità, non puoi parlare seriamente. Hanno cambiato le formule, hanno messo il minutaggio per i giovani. Ma non deve esserci obbligo. I giovani devono giocare per cultura sportiva, non per regolamento.

La Serie C deve essere un vivaio della Serie B, e la B un trampolino per l’A. Abbiamo avuto campioni d’Europa che venivano dalla Serie C. Non era mai successo nella nostra storia. Ma perché? Perché in C e B giocano gli italiani. In Serie A, invece, ci sono squadre con 10-11 stranieri. L’Udinese, per dire, dovrebbe avere senso di appartenenza, lavorare con i giovani del posto. E invece niente. Ma perché? Perché gli stranieri costano meno. Un giocatore italiano costa il 130-160% di contributi. Uno straniero il 30%. E allora chi compri? Una volta venivano gli stranieri forti, Gullit, Van Basten, Zico. Oggi? Oggi in Serie A vedo stranieri che nemmeno conosco. E già giocano in A. Una volta li conoscevamo tutti".