
Berardi e la promessa mantenuta: riportare in A il suo Sassuolo. E poi (forse) salutare
A lungo nella scorsa estate, e poi anche a gennaio, Domenico Berardi era stato al centro di numerose voci di mercato alimentate ancor di più dal fatto che il suo Sassuolo era sprofondato in Serie B dopo il peggior campionato della sua storia recente. E mai come otto mesi fa l’addio della bandiera neroverde sembrava essere vicino nonostante fosse reduce da un grave infortunio al tendine d’Achille che lo aveva tolto dalla disponibilità della squadra per la parte finale della stagione scorsa.
Berardi ha però voluto fortemente restare in Emilia per non chiudere una lunga e grande storia d’amore – 393 presenze con147 reti in oltre un decennio - con la macchia della retrocessione. Per questo il classe ‘94 aveva deciso di restare anche in cadetteria per riportare in massima serie il club dove è cresciuto fino a diventare un top player e un giocatore da Nazionale. Un modo per chiudere il cerchio ed, eventualmente, salutare il Sassuolo dove lo aveva portato al termine del 2012/13 quando con 11 reti in 37 presenze fu fra i protagonisti della prima, storica, promozione del club modenese.
Anche se il suo contributo in termini di gol è stato modesto, appena cinque in 23 presenze (ma ha raggiunto la doppia cifra in termini di assist), Berardi ha saputo trascinare i compagni sia nei primi mesi quando era ancora fuori per infortunio, sia una volta rientrato in campo a inizio ottobre. La promozione è una promessa mantenuta dall’esterno d’attacco che ora – se vorrà e se arriveranno offerte congrue – potrà anche salutare i colori neroverdi senza rimpianti ritenendosi ormai pronti per il salto in una big come confessò lo scorso ottobre in una delle poche interviste concesse ai media: “Tre anni fa mi voleva l’Atalanta , ma dissi di no. Lo scorso anno volevo andare alla Juventus, ma i club non si sono accordati, ci rimasi male e litigai con la società perché era il momento giusto. Se dopo questi mesi sarò al 100% e arriverà l’offerta giusta, andrò via”.
Berardi ha però voluto fortemente restare in Emilia per non chiudere una lunga e grande storia d’amore – 393 presenze con147 reti in oltre un decennio - con la macchia della retrocessione. Per questo il classe ‘94 aveva deciso di restare anche in cadetteria per riportare in massima serie il club dove è cresciuto fino a diventare un top player e un giocatore da Nazionale. Un modo per chiudere il cerchio ed, eventualmente, salutare il Sassuolo dove lo aveva portato al termine del 2012/13 quando con 11 reti in 37 presenze fu fra i protagonisti della prima, storica, promozione del club modenese.
Anche se il suo contributo in termini di gol è stato modesto, appena cinque in 23 presenze (ma ha raggiunto la doppia cifra in termini di assist), Berardi ha saputo trascinare i compagni sia nei primi mesi quando era ancora fuori per infortunio, sia una volta rientrato in campo a inizio ottobre. La promozione è una promessa mantenuta dall’esterno d’attacco che ora – se vorrà e se arriveranno offerte congrue – potrà anche salutare i colori neroverdi senza rimpianti ritenendosi ormai pronti per il salto in una big come confessò lo scorso ottobre in una delle poche interviste concesse ai media: “Tre anni fa mi voleva l’Atalanta , ma dissi di no. Lo scorso anno volevo andare alla Juventus, ma i club non si sono accordati, ci rimasi male e litigai con la società perché era il momento giusto. Se dopo questi mesi sarò al 100% e arriverà l’offerta giusta, andrò via”.
Altre notizie
Ultime dai canali








Primo piano