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Fabregas: "Ora anche il Como gioca come l'Atalanta, uomo su uomo. Ambiente ideale"
Cesc Fabregas, allenatore del Como, ha parlato dal palco della presentazione del 20° Torneo Amici dei Bambini (evento benefico riservato agli Esordienti 2012 e a favore delle donne accolte e protette con i loro figli nelle comunità mamma-bambino e accompagnate verso il recupero della propria indipendenza negli appartamenti di semi e alta-autonomia) a Sesto San Giovanni, poco fuori Milano.
Ha detto: "Il calcio italiano mi piace molto. E per me è un onore essere nel vostro Paese e poter essere a contatto anche i con i calciatori dei settori giovanili. A me piace aiutare i ragazzi a crescere nel mondo del calcio. In Italia sto imparando tantissimo, tattica ma non solo. Per esempio anche giocare uomo su uomo come fa l’Atalanta. Lo stiamo facendo anche adesso noi a Como, con il terzino che va a giocare dentro il campo. Non è facile per un allenatore preparare le partite del campionato italiano, qui ti studiano e di conseguenza serve sempre inventarsi qualcosa. Sono super felice di essere in Italia, è un esperienza stupenda".
Prosegue e conclude Fabregas, parlando anche delle ambizioni sue e della sua squadra: "La cosa più importante è la passione per prima cosa. Quando le cose non vanno bene soprattutto serve avere la testa giusta. E qui come allenatore spero sempre di trasmettere i giusti messaggi ai miei calciatori, convincendoli che la strada che stiamo seguendo è quella giusta. A Como ho trovato l’ambiente ideale per portare avanti con coerenza la mia idea di calcio. Ringrazio il club per questa responsabilità e per la fiducia che hanno in me. Faccio l’allenatore perché lo sento dentro, mi piace tantissimo. Sono consapevole dei rischi di questo lavoro, viviamo con una pressione enorme e sappiamo che domani ci possono mandare via. Ma la vivo con la testa giusta e soprattutto con passione. È il modo secondo me per creare qualcosa di speciale. Al termine delle partite mi piace confrontarmi con gli altri allenatori, con i miei colleghi. Credo che imparare dagli altri è fondamentale per crescere e confrontarmi. Non ho mai avuto la possibilità di farlo in precedenza e di conseguenza provo a recuperare così. Quando gli altri allenatori mi chiedono di venire a vedere gli allenamenti dico sempre di sì, sono un libro aperto".
Ha detto: "Il calcio italiano mi piace molto. E per me è un onore essere nel vostro Paese e poter essere a contatto anche i con i calciatori dei settori giovanili. A me piace aiutare i ragazzi a crescere nel mondo del calcio. In Italia sto imparando tantissimo, tattica ma non solo. Per esempio anche giocare uomo su uomo come fa l’Atalanta. Lo stiamo facendo anche adesso noi a Como, con il terzino che va a giocare dentro il campo. Non è facile per un allenatore preparare le partite del campionato italiano, qui ti studiano e di conseguenza serve sempre inventarsi qualcosa. Sono super felice di essere in Italia, è un esperienza stupenda".
Prosegue e conclude Fabregas, parlando anche delle ambizioni sue e della sua squadra: "La cosa più importante è la passione per prima cosa. Quando le cose non vanno bene soprattutto serve avere la testa giusta. E qui come allenatore spero sempre di trasmettere i giusti messaggi ai miei calciatori, convincendoli che la strada che stiamo seguendo è quella giusta. A Como ho trovato l’ambiente ideale per portare avanti con coerenza la mia idea di calcio. Ringrazio il club per questa responsabilità e per la fiducia che hanno in me. Faccio l’allenatore perché lo sento dentro, mi piace tantissimo. Sono consapevole dei rischi di questo lavoro, viviamo con una pressione enorme e sappiamo che domani ci possono mandare via. Ma la vivo con la testa giusta e soprattutto con passione. È il modo secondo me per creare qualcosa di speciale. Al termine delle partite mi piace confrontarmi con gli altri allenatori, con i miei colleghi. Credo che imparare dagli altri è fondamentale per crescere e confrontarmi. Non ho mai avuto la possibilità di farlo in precedenza e di conseguenza provo a recuperare così. Quando gli altri allenatori mi chiedono di venire a vedere gli allenamenti dico sempre di sì, sono un libro aperto".
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