
Atalanta-Lecce, la partita surreale. Di mezzo gli obiettivi, ma il calcio conta poco
Giocare a calcio in questi momenti diventa complicato. Lo sa bene il Lecce, sceso comunque in campo nonostante la scomparsa di Graziano fiorita, storico fisioterapista dei salentini. La risposta però è arrivata dal campo e dagli spalti dove i tifosi atalantini hanno applaudito a lungo la squadra di Marco Giampaolo, un modo per dimostrare vicinanza e far capire che la morte, in fin dei conti, è uguale per tutti.
Difficile contenere anche la protesta da parte dei tifosi nerazzurri, tanti i fischi piovuti nei confronti della Lega serie A, accusata di non aver rispettato il dolore di un’intera squadra. E premesse simili non portano nulla di buono, col gioco del calcio che resta sullo sfondo.
L’Atalanta alla fine strappa un punto soltanto al Lecce coraggioso e in grado di mettere in difficoltà la dea giocando sull’onda delle emotività: la corsa Champions resta aperta e si fa sempre più serrata, come ribadito dal Gasp al termine del match. "Ogni squadra è diversa, non mi aspettavo un approccio così: potrei definirlo pessimo. Poi siamo riusciti ad aggiustarla: ho la sensazione che non ci sia la percezione degli obiettivi da raggiungere, sembra sia facile e dovuto arrivare in Champions e invece bisogna guardare le squadre che ci sono dietro di noi. Questa cosa che si sente è sicuramente dannosa e siamo i primi colpevoli: per me il traguardo sarebbe sicuramente importante".
Gli obiettivi restano dunque lì sullo sfondo, ma almeno per altre 48 ore è meglio parlare d'altro.







