
Nessun cambio in panchina. La middle class della Serie A può già programmare il futuro
A cinque giornate dal termine del campionato ci sono sostanzialmente quattro squadre che non hanno più nulla da chiedere a questa Serie A, le squadre che vanno dalla decima alla 13esima posizione. Torino, Udinese, Como e Genoa sono lì, nel limbo. Troppo distanti dai sogni europei e più che al sicuro dal pericolo retrocessione. La situazione ideale per permettere ai dirigenti di iniziare a programmare con dovizia di particolari ciò che dovrà accadere la prossima estate anche perché tutte partono dalla stessa certezza: nessuna di loro ha in programma un cambio di allenatore.
Il Torino, ad esempio, ha iniziato la scorsa estate il nuovo ciclo targato Paolo Vanoli dopo l'era Juric e oggi è più che soddisfatto del lavoro del manager varesino. "Con Zapata sarebbe stato un altro campionato", ha detto ieri con un pizzico di rimpianto il presidente Urbano Cairo che in estate dovrà completare l'attacco nonostante il ritorno del suo bomber e provare a trattenere Samuele Ricci. Ovvero l'oggetto del desiderio di tutte le big di Serie A.
Non cambierà nemmeno l'Udinese, anche se il momento è dei peggiori. "Il ruolo di Runjaic non è in alcun modo in discussione", ha detto Gianluca Nani dopo la quinta sconfitta consecutiva. Fino a metà marzo la squadra friulana era una delle grandi sorprese del campionato, poi l'infortunio di Thauvin ha spento la luce ma il saldo complessivo resta positivo. E la società sta già lavorando a un'estate che inevitabilmente porterà in dote un bel po' di offerte per Solet, Bijol e Lucca.
Non ha alcuna intenzione di cambiare allenatore il Genoa, anche se in questo caso c'è una clausola che può sparigliare le carte. Patrick Vieira ha preso in autunno una squadra in piena lotta retrocessione e l'ha condotta verso un campionato più che tranquillo. Non ha perso il bandolo della matassa nemmeno durante un cambio di proprietà che ancora oggi si porta dietro qualche strascico ed è riconosciuto come leader indiscusso di uno spogliatoio che spera di non perderlo. Anche se la clausola da mezzo milione presente nel contratto non può fino in fondo far dormire sogni tranquilli.
Infine Cesc Fabregas, più di un manager per il Como. L'allenatore spagnolo è forse il primo vero manager all'inglese nella storia della nostra Serie A e dopo aver condotto i lariani verso una salvezza tranquilla attraverso il bel gioco è ora pronto a orchestrare un'altra faraonica campagna acquisti. Prime indiscrezioni parlando di un budget da 100 milioni di euro per trascinare la squadra lombarda nelle zone nobili del campionato. Missione possibile viste le basi costruite in questa stagione, vista la solidità economica della proprietà più ricca del campionato e la bravura di un allenatore che ha bloccato fin da principio qualsiasi colloquio con altri club. La sua avventura in riva al Lago di Como non può finire sul più bello.







