
Bergomi assolve l’Atalanta: "Ko con l’Inter? Si può perdere contro i più forti, ma guai a smettere di crederci"
Dopo lo 0-2 contro l’Inter al Gewiss Stadium, si è parlato tanto del sogno scudetto dell’Atalanta, se fosse ancora possibile o se la squadra di Gasperini dovesse ora ridimensionare i suoi obiettivi. A rispondere a questi interrogativi è intervenuto Giuseppe Bergomi, voce autorevole del calcio italiano, che in un’intervista a La Gazzetta dello Sport ha analizzato con lucidità e senza drammi il momento nerazzurro, indicando chiaramente come il progetto atalantino sia ancora vivo, anche dopo una sconfina che, seppur dolorosa, non chiude definitivamente i giochi.
ATALANTA, ORGOGLIO INTATTO - «L’Atalanta non esce ridimensionata da questa sfida. Una partita contro l’Inter è sempre complicata, è normale poter perdere di fronte ad una squadra tecnicamente superiore. La differenza sta tutta lì: l’esperienza, la capacità di gestire mentalmente alcuni episodi decisivi». Bergomi chiarisce come l’Atalanta abbia tutto il diritto di continuare a sognare il tricolore, anche se non dev’essere considerata una pretesa. Il cammino fin qui fatto dai nerazzurri, con vittorie prestigiose e un gioco di altissimo livello, autorizza comunque il popolo bergamasco a coltivare il sogno senza sentirsi obbligato a vincere.
INTER, UNA SCONFITTA CHE NON STUPISCE - Bergomi spiega come perdere contro l’Inter, tecnicamente superiore e più strutturata per certi traguardi, non sia una sorpresa. «L’Inter ha dimostrato che, sul piano tecnico e mentale, è davanti all’Atalanta. Ha maggiore capacità di gestire i momenti delicati e sa sfruttare ogni episodio favorevole. Basti pensare a come hanno reagito dopo la lunga interruzione di gioco: sono tornati in campo concentrati e hanno segnato subito. L’Atalanta, invece, ha perso lucidità in quell’istante decisivo».
L’ESPULSIONE DI EDERSON E LA SVOLTA DEL MATCH - Altro punto chiave sottolineato da Bergomi riguarda l’espulsione di Ederson, che ha modificato l’equilibrio della sfida. «Quel cartellino rosso è stato un momento decisivo. È vero che il regolamento è chiaro sull’applauso ironico, ma in situazioni così importanti forse sarebbe stato più opportuno utilizzare buon senso da parte dell’arbitro, evitando di compromettere il finale di gara».
ASSENZE E DIPENDENZE - Secondo l’ex difensore nerazzurro, l’Atalanta ha pagato le numerose assenze pesanti, specialmente quelle di Scamacca e Scalvini, oltre a una fase offensiva troppo dipendente dai due attaccanti principali. «Lookman e Retegui sono imprescindibili, ma manca il supporto degli esterni sotto porta. E poi c’è l’assenza di giocatori-chiave che pesano tantissimo nell’economia del campionato. Nonostante ciò, la squadra di Gasperini sta facendo un percorso straordinario».
ATALANTA NON ARRENDERTI - Il messaggio finale è chiaro: guai a mollare ora. «La Dea deve continuare a crederci. Non è una sconfitta contro l’Inter che cambia una stagione già ampiamente positiva. Ci sono nove partite, ancora tutto può succedere e l’Atalanta può contare sul suo dna e sulla forza straordinaria della sua tifoseria. Se manterranno questo spirito, i nerazzurri potranno togliersi ancora tante soddisfazioni».
La sfida, dunque, resta aperta. L’Atalanta non molla, e Bergamo continua a sognare.







