…con Sebastiano Esposito
Al Basilea per imporsi a livello internazionale, con un futuro tutto da scrivere. Sebastiano Esposito, talento di casa nerazzurra, classe 2002, si racconta a TuttoMercatoWeb. “Alla mia età è difficile uscire dall’Italia, l’esperienza è partita bene poi gli infortuni mi hanno rallentato un po’. La stagione però è lunga e voglio dare il massimo”, spiega l’attaccante.
Le prime difficoltà che ha incontrato?
“La lingua, poi ho iniziato a parlare inglese. E oggi non ho alcun problema. Mi hanno aiutato molto anche i compagni. Mi aspettavo più insidie. Alla fine si è rivelato tutto confortevole”.
Immagino siano cambiate anche le abitudini.
“Si, ma la vita di un giocatore se sei a Milano o da un’altra parte è uguale. Allenamento e casa. Magari a Milano facevo qualche cena in più. E poi qui fa più freddo. In questi tre mesi non sto riposando perché faccio doppio tutti i giorni. Mi decido alla mia ragazza, al cane, alla casa, faccio spesa”.
Niente Play Station?
“Play Station tanta. Ormai faccio la squadra io: sto facendo la carriera col mio giocatore. E se facessi nella realtà la carriera che sto facendo su Fifa sarei un fenomeno (sorride, ndr)”.
A cosa punta il Basilea?
“Siamo partiti bene, in campionato abbiamo ottenuto buoni risultati. Dopo la sosta ce la metteremo tutta per macinare. Vogliamo fare del nostro meglio. Il meglio possibile. Lo merita questo club, la sua storia, il suo prestigio”.
Se l’Inter non esercitasse il controriscatto sarebbe l’acquisto più costoso del club.
“Mi fa onore. Questo è un club glorioso che punta a riscattarsi. Come me. La stagione è lunga, non so cosa accadrà. Logico che giocare in Serie A è sempre il mio sogno”.
Ci pensa, quindi, al ritorno in Italia?
“È un obiettivo, è il mio paese. Il calciatore però decide poco, figuriamoci nel mio caso che a decidere saranno le due società”.
L’Inter può vincere lo Scudetto anche quest’anno?
“Mi auguro di sì. Per ora sta facendo bene, ha i punti dell’anno scorso. E lotterà per vincere, come sempre”.
E Conte al Tottenham come lo vede?
“Se ha accettato vuol dire che ci sono le condizioni per fare bene. È esigente e fa la differenza. Parla il suo curriculum. È un fenomeno. Gli ho fatto l’in bocca al lupo. Mi ha detto che mi avrebbe seguito da lontano”.
E suo fratello Salvatore?
“Non perché è mio fratello, ma è di categoria superiore. La squadra non sta andando benissimo, ma ha tanti giovani e un allenatore che ha coraggio ed esprime un calcio offensivo come piace a me. Fa la differenza da tre anni, arriverà lontano”.
Chissà quante volte da piccoli vi avranno chiesto chi è più forte…
“C’è stato poco tempo per crescere. Mi ha dato il peso sulle spalle, oggi lui ha più pressioni (sorride, ndr). Ma fortunatamente abbiamo una famiglia che ci ha sempre fatto rimanere con la testa sulle spalle”.