DS Cavese: "Vincere non era scontato. Ora salvezza tranquilla"

Il Direttore Sportivo della Cavese Pasquale Lo Giudice è intervenuto ai microfoni di TmwRadio, durante la rubrica d’approfondimento A Tutta C, per commentare il ritorno del club tra i professionisti.

Innanzitutto bentornato direttore. Che ci dobbiamo aspettare per la prossima stagione?
“Stiamo iniziando a discutere della progettualità. Il campionato di C è sicuramente diverso rispetto ai dilettanti”.

In trasferta si è visto un seguito dei tifosi incredibile, quanto vi ha aiutato questo apporto?
“Sicuramente è stata una grande spinta, anche perché nel girone laziale non c’erano grandissime piazze a livello di tifoseria. Già spostare centinaia o mille persone è stato incredibile. La tifoseria ora andrà rispettata e bisogna porre le basi per una salvezza almeno tranquilla”.

Che fotografia fa dell’avventura di quest’anno?
“È stata un’esperienza formativa, perché mi sono approcciato per la prima volta a questa categoria. Sono soddisfatto perché vincere il campionato con così largo anticipo, in una piazza dove non si vinceva da diciotto anni, non era per niente scontato”.

Come nasce l’idea dell’acquisto di Troest?
“A volte in queste situazioni serve anche fortuna. Lui viveva già a Salerno e, per una serie di vicessitudini, era stato un anno fermo. Io l’ho contattato e gli ho fatto la proposta di partecipare al ritiro, con un’offerta economica già definita. Dopo il primo allenamento l’ho fatto salire in sede subito a firmare”.

La rosa è stata composta anche da altri elementi come Foggia e Di Piazza.
“I familiari di Di Piazza vivono a Cava, è stato facile convincerlo. Foggia era un elemento che aveva già esperienza in tema di vittorie in Serie D. Abbiamo fatto un mix, perché abbiamo anche lanciato degli under promettenti come per esempio Boffelli e Megna. Gli Under determinano molto in questa categoria”.

C’è anche stato già l’incontro tra le neopromosse e Marani.
“Sicuramente il presidente ha un carisma importante, è una figura che non devo presentare di certo io. Ha fatto una grande impressione. La Serie C è del popolo, delle regioni e ci sono realtà talvolta anche superiori a piazze di Serie B”.