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Calciopoli, Carraro: "Occhio di riguardo per la Lazio perchè era stata penalizzata e per ragioni di ordine pubblico"TUTTO mercato WEB
© foto di Federico De Luca
martedì 15 dicembre 2009, 17:00News
di Daniele Baldini
per Lalaziosiamonoi.it

Calciopoli, Carraro: "Occhio di riguardo per la Lazio perchè era stata penalizzata e per ragioni di ordine pubblico"

Non riserva colpi di scena l’attesa testimonianza resa in aula dall’ex presidente della Figc, Franco Carraro, al processo di calciopoli in corso davanti alla nona sezione del tribunale. Carraro, che è stato prosciolto da ogni addebito, era stato convocato dai pm Giuseppe Narducci e Stefano Capuano per chiarire soprattutto il contenuto di due intercettazioni telefoniche di conversazioni con l’ex designatore arbitrale Paolo Bergamo. Secondo quanto emerge dalle telefonate, l’allora presidente della Federcalcio avrebbe sollecitato un occhio di riguardo per la Lazio, che navigava nei bassifondi della classifica (campionato 2004-2005) dopo aver raccolto le proteste del presidente Claudio Lotito per una serie di errori arbitrali ai danni della squadra biancoceleste. «C’erano stati errori arbitrali contro la Lazio – ha spiegato Carraro – e a Roma vi era una situazione di ordine pubblico preoccupante». Carraro ha ricordato a tale proposito che nel 2004 un derby Roma-Lazio era stato sospeso in seguito alla diffusione di una falsa notizia su una bambina morta durante incidenti con la polizia. «La Lazio aveva avuto arbitraggi sfortunati, Lotito mi telefonò lamentandosi di Reggina-Lazio». La protesta si riferiva in particolare al fatto che il presidente della Reggina, Foti, nell’intervallo si era recato nello spogliatoio a parlare con l’arbitro. In vista di Lazio-Brescia, Carraro disse a Paolo Bergamo «Se il Brescia è più forte vinca ma non succedano pasticci». Ma anche il risultato di quel match fu negativo «C’era un netto rigore a favore della Lazio tanto che lo stesso arbitro Tombolini riconobbe poi di aver spagliato», ricorda Carraro. Dopo quella partita ci fu una nuova telefonata in cui Carraro, dando per scontato che la prossima partita con il Milan era proibitiva, invitava a stare attenti per quelle successive. «Ma perchè la Lazio non doveva essere tutelata anche a Milano?», ha domandato il pm Narducci. E Carraro: «Ho sempre fatto tutto perchè gli arbitraggi fossero corretti. Ma il divario tecnico con il Milan, che giocava in casa e lottava per lo scudetto, faceva sì che potesse essere meno rilevante un errore arbitrale». Il senso della telefonata per Carraro era questo: «Mi raccomando gli arbitri stiano particolarmente attenti negli scontri diretti». L’ex presidente della Figc ha ricordato che erano molti i dirigenti di società a lamentarsi per presunti torti arbitrali. «Io avevo detto: se avete qualcosa da dire rivolgetevi alla Federazione o alla Lega. Ed erano moltissime le segnalazioni di errori arbitrali. Io prendevo atto, valutavo se avevano una base». Ma perchè non prendeva in considerazione altre squadre ma solo la Lazio? Ha incalzato il pubblico ministero. «C’era una preoccupante situazione su Roma per l’ordine pubblico e la Lazio e la Lazio dal dicembre 2004 al gennaio 2005 aveva subito diversi errori arbitrali», ha ribadito Carraro. Le domande hanno poi riguardato una telefonata con l’ex dg della Juventus, Luciano Moggi, in cui si parla del tecnico Marcello Lippi e della nazionale. Carraro ha spiegato che, avendo Lippi lavorato a lungo per la Juventus, «Ci tenevo – ha detto – all’opinione di Moggi» in vista del passaggio del tecnico alla guida della nazionale di calcio. Ma Lippi, ha obiettato il pm, al tempo della telefonata era già stato designato come allenatore degli azzurri. «Eravamo in una fase di rodaggio», ha replicato Carraro. E comunque «ero interessato all’opinione di Moggi: che sia una persona che capisce di calcio e aveva rapporti consolidati con Lippi è un dato di fatto». Il processo riprenderà il 22 dicembre. Per quella data il Tribunale ha disposto l’accompagnamento coatto «con la forza pubblica» del presidente del Cagliari Massimo Cellino. Per tre volte convocato come testimone il dirigente della società sarda non si è infatti presentato in aula. Cellino dovrà pagare anche una multa di 250 euro. Per la prossima udienza è stato citato, tra gli altri, anche l’allenatore del Chelsea Carlo Ancelotti.