ESCLUSIVA - Kozak ai margini, si cerca l'affondo dall'estero. In Italia stand-by, il ds Udinese: "Ci piace, ma vediamo più avanti". Intanto Libor si gode la Nazionale - FOTO
AGGIORNAMENTO ORE 13.30 - Sugli aerei per Atene e Londra non è salito, quello per Praga però non lo perde. Libor Kozak viene dalla doppia mancata convocazione per le amichevoli europee della Lazio. Il ceco si consola con la chiamata della sua nazionale. Il 14 agosto la Repubblica Ceca farà visita all'Ungheria per una sfida amichevole in vista delle qualificazioni mondiali. L'attaccante biancoceleste si è imbarcato allora da Fiumicino - come documentano le nostre foto esclusive - per tornare in patria e aggregarsi ai suoi compagni.
Calcio d'agosto, Kozak mio non ti conosco. Niente trasferta ad Atene, niente aria di Londra per l'attaccante ceco. L'ultima apparizione, nel secondo tempo dell'amichevole contro il Siena. Era il 30 luglio, già l'indomani non avrebbe preso parte alla sfida in terra francese con il Nizza. Niente tour per l'Europa, per lui che dell'Europa (League) si è laureato capocannoniere. Sembra uno scherzo del destino, invece è tutto frutto delle decisioni umane. "L’alienazione di Kozak passa dalla volontà del calciatore - ha spiegato Claudio Lotito al Corriere dello Sport -. E’ giovane, vede che alla Lazio non ha tanto spazio, ha ambizioni di giocare titolare, con maggiore continuità. Passa attraverso la volontà di Kozak l’ipotesi di cessione". C'è da credere che il patron abbia sentito una fitta al cuore nel pronunciare queste parole. Libor il suo pupillo, Libor figlio intoccabile per papà Claudio, Libor un giorno sboccerà definitivamente. Quel giorno sembra non arrivare mai, almeno finché Kozak rimarrà alla Lazio. Troppo poco spazio, lamenta lui. Troppi pochi gol e tante occasioni sprecate, ribatte chi non si strapperebbe i capelli davanti a una sua cessione. Resta il fatto che il numero 18 partecipa agli allenamenti, ma non sale sugli aerei quando c'è da giocare. Non è paura dei vuoti d'aria, è un'esclusione indotta. Kozak è chiaramente (auto)relegato ai margini della rosa. Il rischio è che i club interessati si approfittino di tale situazione e si facciano vivi solo a fine mercato? Oppure la seconda mancata convocazione è sintomo di una trattativa in dirittura d'arrivo? Allo stato attuale, la sensazione è che la Lazio stia lavorando alla cessione del giocatore, ma che manchi ancora la squadra pronta a sferrare l'affondo decisivo. Negli ultimi giorni si è affacciata la suggestione di uno scambio Kozak-Bergessio con il Catania. La società etnea ha però smentito quest'ipotesi, dichiarando l'argentino fuori dal mercato. Che sia pura verità o pretattica, è un'idea da mettere nel congelatore.
UDINESE: SIAMO ALLA FINESTRA - Le squadre nostrane, al massimo, rimangono alla finestra, monitorano, ma senza particolari ansie. "Per ora non abbiamo in piedi una trattativa. Il ragazzo ci piace molto, ma vediamo più avanti", rivela in esclusiva a Lalaziosiamonoi.it il ds dell'Udinese Cristiano Giaretta. Le stesse parole che direbbero i dirigenti del Chievo, del Livorno e del Verona. Aggiungendo magari che la Lazio chiede tanto, troppo per Kozak. La cifra è ormai celeberrima e recita 8 milioni. Ma sembra tanto un discorso valido fino a qualche settimana fa. Il quadro non è più "Kozak rimane da noi, almeno di un'offerta soddisfacente", bensì "Kozak vuole andare via, fatevi avanti". Se in Italia è tutto in stand by, la speranza di incassare i soldi della cessione a titolo definitivo - da reinvestire nella fatidica punta - risiede quasi interamente all'estero. Si parla molto della Premier League, con il Sunderland quotato in prima fila: la pista che porta a Paolo Di Canio non appare però così concreta, i Black Cats puntano forte sugli italiani Quagliarella e Acquafresca. Più realistici gli apprezzamenti di Wigan e Hull City. Anche il Besiktas è entrato nel novero delle corteggiatrici, ma non è da sottovalutare il mercato tedesco: Amburgo e Wolfsburg sono a caccia di un'attaccante, la Bundesliga potrebbe essere la dimensione ideale per la torre di Brumov-Bylnice. Quella dimensione che alla Lazio non ha mai trovato.