ESCLUSIVA – Petkovic prenota Tounkara per Auronzo: biografia di un predestinato
Scende dal pullman Mama, con quel passo cadenzato tipico dei guru dell’hip-hop. Cuffie extralarge, cappello con visiera piatta e sorriso marchiato a fuoco sul volto. Rigorosamente accompagnato dai suoi grandi amici Keita e Antic. Un ragazzo d’oro. Quando scende in campo non si scherza, Mamadou Tounkara pensa solo a correre e a giocare per la squadra. La sua progressione è impressionante, di cadenzato c’è ben poco: 186 cm di muscoli d’acciaio, anatomia bionica, il tritolo in maglietta e calzoncini. Una celebre pubblicità degli anni ’90 recitava: “La potenza è nulla senza il controllo”. Testimonial, un tale di nome Ronaldo, sintesi perfetta del concetto. La parola campione può far rima con illusione, ammonisce il dotto Bollini. Resta il fatto che Mama, in termini differenti, impressiona proprio per questo: una muscolatura straordinaria per un classe ’96, mai a briglie sciolte. Confronti? No grazie. Tounkara non è più il nuovo Balotelli, né un giovane Welbeck. E’ Mamadou Tounkara, sic et simpliciter direbbero dall’alto.
GIOVANE AQUILA AD AURONZO – Il ragazzo è uno dei prospetti più interessanti della nidiata ‘96, a livello europeo. Secondo indiscrezioni raccolte in esclusiva da Lalaziosiamonoi.it, Vladimir Petkovic ha espresso la volontà di aggregare il giovane centravanti con la prima squadra per il ritiro di Auronzo di Cadore. In serata la lista dei convocati sarà ufficializzata, Tounkara – salvo sorprese – si unirà ai vari Keita, Crecco Cataldi e Strakosha già dal raduno di Formello previsto per lunedì. Una scelta importante, parliamo di un ragazzo che ha compiuto 17 anni lo scorso gennaio, ma che nel suo primo semestre biancoceleste ha conquistato le attenzioni di tutto lo staff laziale e non solo. Il ds Tare ne ha seguito le evoluzioni nel corso di questi sei mesi, in sinergia continua con mister Petkovic. Il tecnico di Sarajevo ha avuto l’occasione di apprezzarne le gesta nel corso delle Final Eight Primavera, rassegna disputata sotto età. Tounkara on fire, sentenzierebbe esaltato un qualsiasi commentatore made in Usa. Nella finale con l’Atalanta la triade al completo ha sottoposto il ragazzi ai raggi X dalle tribune. Un gol mix di potenza e freddezza e un assist prelibato al bravo Cataldi, a sugellare una prestazione determinante. I dati salienti della carta d’identità si dissolvono nella calda serata eugubina. MT, Mamadou Tounkara. Nothing else.
MAMA STORY – Petkovic vuole metterlo alla prova, vuole inserirlo in un contesto professionistico, all’ombra di grandi campioni e, chissà, gettarlo nella mischia al momento giusto. Le qualità fisiche sono notevoli, il ragazzo ha mostrato anche di possedere un’ottima tecnica e un lodevole spirito di sacrificio: contro l’Atalanta ha inseguito il regista Palma a tutto campo, a fine gara dopo aver festeggiato pensava già alle finali con gli Allievi di Inzaghi. Categoria che gli appartiene a livello anagrafico, ma che lo etichetta inevitabilmente come illegale per elevato tasso di tecnica e strapotere fisico. Stiamo parlando di un gioiellino made in Barcelona, plasmato a puntino a partire dagli 8 anni di età. Giovanotto nato in Senegal, emigrato nella cittadina spagnola di Blanes con i genitori. Per lui il meglio del meglio nell’evoluzione calcistica, fino allo scontro con la filosofia blaugrana del falso nueve e l’allergia alle classiche prime punte di stazza. Tounkara in realtà rappresenta il prototipo del centravanti moderno, squisita macedonia di potenza fisica e tecnica. Deve ancora migliorare sotto il profilo della concentrazione nell’arco dei 90 minuti e della continuità realizzativa, ma l’età è dalla sua parte e i progressi sono costanti. Con gli Allievi del Cornellà realizzò ben 47 reti, noncurante del dismissed sentenziato freddamente dal Barcelona (gli veniva contestata anche una certa fragilità a livello muscolare, sic). Mezza Europa avrebbe firmato carte false per tesserarlo, ma Tare si è mosso con i tempi giusti e grazie all’intermediazione di Nunzio Marchione (agente dell’altro gioiellino Keita) si è assicurato il giovane campione già lo scorso agosto. Sono subentrati alcuni problemi per il tesseramento, né Bollini né Inzaghi hanno potuto usufruire del suo talento. Il ragazzo, grazie anche alle sue qualità umane e alla sua socievolezza, ne ha approfittato per integrarsi. Parla già un ottimo italiano, si è abituato agli usi e costumi del nostro Paese, vive di fatto all’interno della foresteria di Formello ed è stato adottato alla stregua di un figlio.
L’ESPLOSIONE - A gennaio finalmente la prima occasione, il resto è storia. Dalla doppietta nel Derby degli Allievi che ha sancito il +10 sulla Roma, agli abbracci poderosi con Bollini in segno di esultanza, sino alla strepitosa prestazione nella finale Primavera nella quale fu preferito a sorpresa al più esperto Lombardi. Diversi club ora si sono messi sulle sue tracce, ma rappresenta il futuro della Lazio ed è stato blindato (ha un contratto professionistico, ndr). Petkovic non ha saputo resistere, vuole testarlo con la prima squadra nonostante sia appena entrato in età da Primavera. Crescerà all’ombra di un centravanti come Miroslav Klose, che del mestiere ne sa qualcosa. Da settembre poi sarà una delle stelle del gruppo di Bollini, all’inseguimento di un esordio con i “grandi” al gusto di record. MT. Il sogno parte dalle Tre Cime di Lavaredo.