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tmw / inter / Editoriale
L'Inter resta, a passare sono gli altriTUTTO mercato WEB
domenica 19 maggio 2024, 15:55Editoriale
di Gabriele Borzillo
per Linterista.it

L'Inter resta, a passare sono gli altri

Non sto qui a ripercorrere le tappe di un fine settimana, questo, che porterà alla certezza del futuro nerazzurro: finalmente, mi vien da dire. Anche perché, prima di me, eminenti colleghi e amici hanno spiegato in lungo e in largo tutti gli scenari possibili e immaginabili dal 21 maggio in avanti. Quindi non sto a scopiazzare e riproporre vedute avveniristiche trite e ritrite. Ma di una sola cosa ho contezza. Non certezza, quella non può averla nessuno: l’Inter non subirà ridimensionamenti pesanti, la storia del vendere giocatori per ripagare il debito è ipotesi lontana. Spiego il mio personalissimo punto di vista: c’è un fondo che prende in mano l’Inter, deve riconoscere comunque soldi al proprietario uscente, ha due membri già da tempo nel cda nerazzurro i quali hanno condiviso ogni mossa, finanziaria e non, della Società, si trova un bene dal valore importante tra le mani che ha intrapreso un percorso di risanamento debitorio significativo – percorso che sta consentendo all’Inter di rientrare verso lidi sicuri pur mantenendo competitività non di secondo piano, usiamo un eufemismo –, forse anche oltre le più rosee aspettative del fondo stesso chiudendo, con ogni probabilità, il bilancio futuro in attivo, e il fondo cosa fa? Invece di mantenere lo status quo, cercando compratori in grado di sborsare cifre importanti, ammesso e non concesso che già non ce l’abbia, deprezza il valore della squadra per pagare i debiti. A me sembra uno scenario poco credibile. Per molti esperti della materia, non economisti da social ma economisti veri, di quelli che hanno studiato e studiano tuttora, lo stesso. Tanto mi basta. Chiosa.

Parliamo d’altro. Di un Presidente che, comunque finisca, nella storia del pallone ci ha portato. Suning ha investito nell’Inter tanto, tantissimo, inutile ripeterlo. La pandemia ha tarpato le ali alla Proprietà. In un secondo momento il governo cinese ha messo sul tavolo il carico da novanta, impedendo investimenti all’estero ritenuti non importanti: e il calcio non rientra tra le priorità, a quelle latitudini. E nessuno si sogna di andare contro il volere del partito, a quelle latitudini. Steven ha remato in mari agitati, timonando la nave nerazzurra tra procelle di ogni genere: vincendo. Spiace per chi non sa far di conto: il ragazzo è il secondo Presidente per numero di trofei conquistati, nella storia nerazzurra. Due finali europee, perse nel primo caso per colpa di chi dirigeva dalla panchina, nel secondo perché il pallone a volte è guidato dalla fortuna che quella volta aveva scelto altri lidi, due scudetti, tre Supercoppe e due Coppe Italia: saranno portaombrelli, cerca di autoconvincersi qualcuno, ma meglio vincerli che collezionare “zero tituli” (cit.). Il tutto grazie a dirigenti capaci, chiamiamoli pure fuoriclasse senza enfatizzare. Sempre scelti da Steven. Errori? Certo che sì: il più grave quello, opinione mia, di essersi mosso troppo tardi a questo giro. Gli è andata, così sembra, male.

Preoccupazioni per il futuro? No. Mi siederò con un prosecchino e due stuzzichini per vedere come finirà una vicenda dove il dio denaro, acclarato, la fa da padrone. L’Inter continuerà a esistere: tra una settimana, un mese, un anno e così via.

Da mercoledì ne sapremo molto di più.

Alla prossima, avanti l’Effecì.