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Hugo Enyinnaya, la perla nera del Bari

Hugo Enyinnaya, la perla nera del Bari
giovedì 2 agosto 2007, 17:132007
di Germano D'Ambrosio

Era il gemello del gol di Antonio Cassano, ai tempi dal Bari, ma ora boccheggia nella serie B polacca. Strana storia quella di Hugo Enyinnaya: dalle stalle alle stelle e ritorno. Tante, troppe peripezie per un ragazzo di 26 anni. Proviamo a ricostruire la sua traiettoria.

Ugochukwu Michael Enyinnaya, detto "Hugo", nasce l'8 maggio 1981 a Warri, cittadina nigeriana di circa 500.000 abitanti che sorge sul delta del Niger. A 16 anni già debutta in prima divisione, con la prestigiosa maglia dell'Eagle Cement di Port-Harcourt (ora conosciuto come Dolphins FC). L'anno successivo, nel 1998, viene mandato a farsi le ossa in seconda serie con il FC Ebedei di Lagos, un club da sempre particolarmente aperto ai rapporti con il calcio europeo; qualche anno dopo porterà alla ribalta Stehpen Makinwa, attuale ariete della Lazio. Proprio nell'estate del 1998, Hugo viene notato dagli osservatori del RWD Molenbeek, club belga che nel 2002, unendosi con il KFC Strombeek, darà vita al Brussels. All'arrivo del nigeriano, l'RWD è appena retrocesso in serie B e versa in condizioni economiche disastrose. Nonostante i 17 anni da poco compiuti, dunque, Hugo gioca praticamente da titolare in attacco, collezionando alla fine 20 presenze e 6 gol all'attivo: decisamente non male, per un adolescente al primo impatto con l'Europa. Le sue reti non servono a riportare il Molenbeek nella Jupiter League - impresa disperata in partenza, la risalita avverrà solo nel 2001 -, ma pubblicizzano molto il nome di Enyinnaya, che nel frattempo approda anche alla Nazionale Under 20. Con la rappresentativa biancoverde disputerà sei delle gare di qualificazione a Sidney 2000, segnando anche un gol contro il Benin (3-1 il risultato finale), e giocando prevalentemente da ala sinistra. Tuttavia non verrà convocato per la competizione olimpica, durante la quale la Nigeria si troverà ad affrontare anche l'Italia. Ma torniamo ai club: nell'estate del 1999, come detto, Hugo è ancora al Molenbeek, ma il suo nome è sul taccuino di molti direttori sportivi. Tra questi il barese Carlo Regalia, che un paio di mesi prima era stato in Belgio per osservare da vicino il centrocampista Azubiche Oliseh, fratello del più noto Sunday, in forza all'Anderlecht. La partita scelta da Regalia vedeva opposti i viola proprio al RWD Molenbeek, ma alla fine non era stata disputata, causa maltempo. Regalia, allora, aveva deciso di dare ugualmente un'occhiata all'allenamento del RWD. ''Hugo - ricorda il barese - mi colpì subito: lottava su ogni pallone, correva, tirava di prima intenzione''. Insomma, è amore a prima vista, e come tutti gli amori colpisce quando meno te lo aspetti. A luglio Regalia torna in Belgio, e propone a Enyinnaya un provino di 10-15 giorni; questo va a buon fine, e dunque il nigeriano firma un contratto quinquennale con i galletti, che sborsano circa 200 milioni di lire (ossigeno per le casse malandate del Molenbeek) per il suo cartellino. Per la cronaca, la carriera di Azubiche Oliseh proseguirà piuttosto in ombra: ora è a Cipro, con l'AEK Larnaca. Giusto per dire ai tifosi del Bari: alla fine, non è che vi siete persi poi tanto...

Data la giovanissima età - è appena diciottenne - Hugo viene aggregato alla formazione Primavera, un team già parecchio solido che l'anno precedente aveva vinto la coppa Italia di categoria. I suoi compagni lo accolgono con calore e simpatia: tra questi, c'è anche un burlone doc come Antonio Cassano. Il nigeriano ci mette del suo in quanto a folklore: sistematosi in una singola dell'albergo che funge da ritiro casalingo della squadra, i primi giorni sceglie di dormire sul pavimento. "I materassi italiani sono troppo morbidi", afferma. In campo Hugo fa faville: mister Angelo Sciannimanico lo schiera in attacco proprio al fianco di Cassano, e il nigeriano ripaga subito con una caterva di gol. Le gesta dei due giovanissimi talenti giungono alle orecchie del tecnico della prima squadra, Eugenio Fascetti, che con il coraggio che da sempre gli è consueto decide di approfittarne, convocandoli tra i "grandi" a scaldare un po' la panchina. Hugo gioca qualche minuto in casa con il Torino, il 17 ottobre, poi non viene neanche convocato per diverse domeniche consecutive, concentrandosi sul torneo Primavera. Ma la sorte gioca ancora una volta a favore del nigeriano: infatti tra il 5 e l'8 dicembre Fascetti perde per infortunio i due attaccanti titolari, Yksel Osmanovski e Phil Masinga, e con Spinesi unica punta a disposizione sia Cassano che Enyinnaya cominciano a vedere il campo con una certa frequenza. Il barese esordisce da titolare il 12 dicembre nel derby contro il Lecce, per il nigeriano il debutto dal primo minuto è rinviato alla settimana successiva. E' il 18 dicembre 1999: una data storica sia per Hugo che per il tifo barese in generale. Il Bari gioca in casa contro l'Inter (anticipo del sabato, alle 20.30) e Fascetti risponde alla coppia nerazzurra Zamorano-Vieri con il duo Enyinnaya-Cassano, le cui età sommate arrivano 35 anni. Al '7 minuto Jugovic sbaglia un retropassaggio, Hugo ne approfitta e da circa 30 metri lascia partire un bolide che lascia pietrificato Peruzzi: è l'1-0, lo Stadio San Nicola impazzisce letteralmente. Qualche minuto dopo pareggia Vieri, ma Cassano a un minuto dal novantesimo fissa il 2-1 finale. Il giorno dopo, la stampa sportiva non parla d'altro. Per tutti quella diventa "la notte magica di Cassano ed Enyinnaya": già, sempre prima Cassano e poi lui, il nigeriano, leggermente più in ombra. Ma che ci vuoi fare: Cassano è barese di nascita, ha la faccia da bravo ragazzo ed è un anno più giovane. Normale che la copertina sia per lui; per Hugo, al massimo, le prime pagine interne. Nessun dramma: il gol da cineteca e il 7 in pagella assicurano comunque al nigeriano un sereno Natale ed un posto da titolare nel match successivo contro la Roma, e poi 45 minuti in casa con il Venezia. Qui Hugo va in gol di nuovo, stavolta di testa, battendo Konsel a cinque minuti dalla fine. Poi, complice anche un infortunio, si vede sempre meno: qualche scampolo non indimenticabile contro Bologna e Milan, mentre Fascetti recupera Osmanovski, scopre il cileno De Gregorio e si innamora dell'estro di Cassano. Per rivedere Enyinnaya in campo dal primo minuto bisogna attendere Bari-Cagliari del 2 aprile: sarà l'ultima volta (eccezion fatta per la gara di Piacenza, che lo vede però uscire dopo mezz'ora) fino al termine del campionato. L'anno successivo Hugo, laureatosi nel frattempo Campione d'Italia con la formazione Primavera dei pugliesi, sale definitivamente nella rosa principale. Durante il ritiro estivo torna a far parlare di sé a causa di un quasi-record: su richiesta del preparatore atletico Fiorillo, Enyinnaya corre i 200 metri in 22 secondi netti, a piedi scalzi. Numeri da corridore professionista, più che da calciatore, che tuttavia non gli consegnano il posto da titolare a scatola chiusa. Il nigeriano peraltro si infortuna di nuovo e rivede il campo solo a dicembre, nel match esterno contro il Perugia. Mentre il suo "gemello del gol" Cassano è ormai titolare inamovibile, Hugo fa fatica a trovare spazio e parte dal primo minuto solo a gennaio, contro la Roma all'Olimpico. Contro la Reggina gioca bene e si procura anche un rigore che regala il 2-1 a pochi minuti dalla fine. Segue qualche fugace scampolo di partita, fino all'infortunio di marzo con il quale dice prematuramente addio alla stagione 2000/01. Intanto il Bari retrocede in B e Cassano si trasferisce alla Roma: tutto fa pensare, dunque, che Hugo possa trovare maggiori possibilità di entrare in campo. Le cose non vanno proprio così: nella serie cadetta Valdes e Spinesi partono in pole position, e alla fine della stagione il nigeriano conterà soltanto 9 apparizioni, tutte da agosto a gennaio, più un gol segnato a settembre contro il Palermo. L'entusiasmo è progressivamente scemato, e il giocatore viene anche alle mani con Neqrouz durante un allenamento. E' arrivato per lui il momento di cambiare aria.

Nell'estate del 2002 Enyinnaya si trasferisce in prestito al Livorno, sempre in serie B. Qui forma una discreta coppia d'attacco con Igor Protti, e le cose sembrano andare subito per il verso giusto. Il 22 settembre, alla sua seconda apparizione, segna un gol dopo neanche 20 secondi dal suo ingresso in campo, contro la Triestina: il tempo di ricevere il primo pallone giocabile, sulla fascia destra, e dopo un'improvvisa accelerazione il nigeriano quasi dal limite dell'area, supera Pagotto con un diagonale perfetto. "Enyinnaya fulmine del Livorno", titola il giorno dopo la Gazzetta dello Sport. Le occasioni per giocare non mancano; a scarseggiare, invece, sono le marcature. In 17 incontri disputati, Hugo andrà a segno soltanto 2 volte (il già citato gol contro la Triestina, e quello contro il Lecce di qualche mese dopo). Una media-gol decisamente insufficiente per un attaccante, tant'è che il Livorno non lo conferma per la stagione successiva. Nell'estate 2003 il Bari lo richiama alla base, ma il tecnico Tardelli gli riserva uno spazio davvero esiguo: il nigeriano va in gol il 12 ottobre contro l'Ascoli, ma non parte mai da titolare e a gennaio prova nuovamente a cambiare casacca. Sempre in prestito, tenta un'esperienza al Foggia, in serie C1. Stavolta la concorrenza nel reparto offensivo non è certo stellare (Marra, Del Core e Imbriani), e dunque si presume che il ragazzo non possa trovare problemi di inserimento. Eppure Hugo non va oltre 7 presenze e un gol. La sua esperienza in Italia si conclude qui. Nel frattempo, l'amico ed ex compagno di squadra Antonio Cassano guadagna miliardi e segna gol a raffica con la maglia della Roma. E pensare che quel 18 dicembre 1999 Enyinnaya segnò prima di lui, peraltro con un gol di migliore fattura...

Il contratto con il Bari non viene rinnovato, e nell'estate del 2004 Hugo si ritrova praticamente disoccupato. Fa un provino con gli ungheresi del Debrecen, ma lui stesso racconterà in seguito: "Mi dissero 'Ti prendiamo, ma i soldi li vedrai più avanti'. Ovviamente non accettai". Lo chiama allora Marek Kozminski, meteora del Brescia (ricordate la teoria? Meteora chiama sempre meteora), per giocare nel Gornik Zabrze, club polacco da lui presieduto. Ci resta un anno, collezionando la miseria di 3 sole presenze. Il nigeriano, nonostante il conforto della sua fidanzata e poi moglie Alessandra (nigeriana anche lei), si deprime, fatica ad ambientarsi e ha problemi con la lingua. Nel 2005 prova al Lechia Zielona Gòra e poi all'Odra Opole, entrambi club di seconda divisione polacca. Con quest'ultimo club ha trascorso gli ultimi sei mesi: gioca quasi sempre da esterno di centrocampo, e quantomeno scende in campo con continuità, dato il bassissimo livello della competizione. Recentemente ha dichiarato ai colleghi di BariSera: "C'è la possibilità di andare a giocare in Svizzera. Ci spero, vediamo cosa succederà. Ho voglia di andarci, qui va un po' così, l'allenatore è polacco, lui parla e qualcuno mi spiega. I miei compagni parlano solo polacco, è difficile comunicare e fare amicizia. Quando arrivo al campo, oltre il buongiorno abbiamo poco da dirci". Commovente un passaggio dell'intervista: "Mi piacerebbe portare mia moglie a visitare Bari, una città che mi è rimasta nel cuore". L'accoglienza dei tifosi, c'è da scommetterci, sarebbe davvero affettuosa. E chissà che, rivedendolo girare per le vie della città, a qualche dirigente biancorosso non venga la tentazione di riprenderlo...