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Gonzalez, l'ultimo flop di Lotito

Gonzalez, l'ultimo flop di Lotito
lunedì 8 settembre 2008, 00:012008
di Germano D'Ambrosio

Dal regista di 'Mea Vitali'. Dagli autori di 'Brian Robert'. Ecco a voi, signore e signori, l'ultimo capitolo della saga intitolata 'Lazio, 31 agosto 2004'. Nove acquisti in poche ore, di cui tre davvero incomprensibili. All'appello, su questa rubrica, mancava solo Estaban Gonzalez, centrocampista centrale di cui, nel dicembre di quello stesso anno, si persero le tracce insieme a quelle di Mimmo Caso. Buona visione.

Esteban Nicolas "Teté" Gonzalez Rojas nasce a Cordoba il 16 settembre 1978. Centrocampista centrale di interdizione, ma dotato anche di una buona tecnica, si forma calcisticamente nel Banco de Cordoba, minuscolo club cittadino - originariamente un dopolavoro per bancari - che proprio in quegli anni sta compiendo la sua magica scalata di categoria, fino ad arrivare alla Primera Division B (la nostra C1, o Prima Divisione). Nel 1996 passa al ben più blasonato Belgrano, club neo-promosso in serie A: Esteban ottiene subito grande fiducia e due anni dopo riesce ad approdare in prima squadra, giocando 17 gare come esordiente assoluto. Il debutto, per la cronaca, è datato 11 ottobre, nel match interno contro il Lanus. All'inizio della stagione 2001/2002 - annata nefasta per il Belgrano, che retrocederà in B - si trasferisce al Gimnasia La Plata: lo stesso percorso lo compie anche, pochi mesi dopo, il tecnico Carlos Ramacciotti, con il quale Gonzalez ottiene uno storico secondo posto in classifica nel torneo di Clausura 2002. Negli anni disputati con i Mensanas (80 partite e quattro gol in tre stagioni) Esteban si imbatte in personaggi poco raccomandabili: da Andres Yllana a Gustavo Bartelt, fino al suo collega di reparto Brian Robert. Con quest'ultimo, com'è noto, condividerà l'effimera esperienza italiana. Tutto ha inizio nell'agosto del 2004, quando alcuni procuratori argentini segnalano il giocatore a Claudio Lotito, appena insediatosi come presidente della Lazio. Il patron biancoceleste in poche ore nicchia, tratta, ma poi cede: prende in prestito il giocatore per una stagione, sborsando 270 mila euro, con un'opzione di riscatto fissata a 700 mila euro. L'illustre cessione disorienta non poco i tifosi del Gimnasia, se non altro perché giunge quando il campionato è già iniziato da due turni. Ma il presidente del sodalizio argentino, Francisco Gliemmo, spiega: "Per il giocatore è l'occasione della sua vita, non potevamo fare altrimenti". Più che per la ribalta europea, il centrocampista in realtà va via prevalentemente a causa di ragioni economiche: la società contraeva con lui un debito da oltre tre anni. Ma Gonzalez, prima di lasciare La Plata, commuove tutti, chiedendo che parte del ricavato della sua cessione sia utilizzato dal Gimnasia per l'acquisto di circa 200 paia di scarpette da calcio, da regalare ai ragazzi delle giovanili. Il beau gest impressiona tutti, compreso Lotito, notoriamente sensibile al richiamo dell'etica e dei valori umani. Insomma, tutti felici e contenti. Gonzalez, il 1 settembre 2004, si imbarca per Roma non nascondendo tuttavia qualche perplessità: "In genere, quando un club ti segue, cominciano a circolare delle voci di mercato. Invece quando mi ha chiamato il presidente per comunicarmi il trasferimento, l'affare era già stato concluso tra le due società. L'offerta è arrivata lunedì, e martedì era già tutto fatto". Cotta e magnata, direbbero a Roma...

Il trasferimento di Gonzalez alla Lazio avviene nell'ormai celeberrima "giornata dei nove acquisti di Lotito", un classico della letteratura per gli amanti del calciomercato. Tanto per rinfrescare la memoria: il club biancoceleste, nelle ultime ore del 31 agosto 2004, prende i gemelli Filippini dal Palermo, Talamonti dal Rosario Central, Mea Vitali dal Caracas, Siviglia dal Parma, Seric dal Verona, Rocchi dall'Empoli, e ovviamente il duo Gonzalez-Brian dal Gimnasia. Già detto nelle precedenti puntate dell'infame destino toccato a Brian e Mea Vitali, concentriamoci sul nostro Gonzalez. Il tecnico Mimmo Caso lo vede come sostituto ideale di Liverani, anche se in quel ruolo c'è già Dabo: lo manda in campo - come regista basso davanti alla difesa - il 5 settembre in un'amichevole contro la Salernitana, e il giocatore fa un'ottima figura, segnando il 2-0 finale con un imperioso stacco di testa, dopo soli 60 secondi dal suo ingresso in campo. "Mi sono trovato subito bene con i nuovi compagni e con Mimmo Caso - spiega a caldo il centrocampista -. Sono sicuro che faremo una bella stagione insieme. Sono già molto contento per l'esordio e per la vittoria. Il gol? Niente di particolare, ne aspetto di più importanti per festeggiare e fare una dedica. Non sono un giocatore che realizza tantissime reti, ma devo dire che i miei 4-5 a stagione li ho sempre fatti. La mia specialità? In Argentina affermano che sono molto bravo di testa ma in realtà solo 6 dei miei gol in carriera sono scaturiti da colpi di testa, gli altri tutti di piede. Fisicamente mi sento bene, l'unico problema è l'ambientamento climatico. In Argentina è pieno inverno e fa freddo, qui invece ho trovato molto caldo. Qualche altro giorno d'ambientamento e non ci saranno più problemi". Non concede l'abusato "sognavo di giocare nella Lazio", ma poco ci manca. "Conoscevo bene la squadra biancoceleste perché ci hanno giocato negli anni tantissimi calciatori provenienti dall'Argentina: da Chamot ad Almeyda, da Veron a Simeone, da Crespo a Lopez, e tanti altri. Loro hanno dimostrato di essere grandi campioni. Speriamo di regalare anche noi qualche soddisfazione al presidente, all'allenatore e ai tifosi. Ci sarà un periodo di ambientamento ma sono sicuro che con l'aiuto di Caso e dei compagni, che ringrazio perché ci hanno accolto nel migliore dei modi mettendoci a nostro agio, ce la faremo". Ma pochi giorni dopo, il giocatore fa già ritorno in Argentina. Nessuna nostalgia, solo noiose pratiche burocratiche. La Lazio e il Gimnasia, infatti, litigano sul pagamento del centrocampista: Lotito ha scoperto che tra tasse e vari esborsi extra, il prestito gli viene a costare non 270 mila euro ma 324 mila. Chiede allora di pagarne 150 mila subito, e il resto in sei rate. Il Gimnasia, in un periodo già nero dal punto di vista economico, non ci sta e chiede 160 mila subito più due rate entro ottobre. Ne nasce un tira e molla che blocca nel frattempo il transfer del giocatore. L'accordo tra le due parti viene trovato soltanto dopo diverse settimane. Esteban può dunque debuttare in biancoceleste solo il 24 ottobre 2004, nel match di campionato contro il Parma; in mezz'ora di partita (sostituisce Giannichedda nel secondo tempo) fa poco e nulla. Seguono, il 7 novembre, ben 90 minuti contro il Siena: la squadra gioca male e pareggia 1-1, ma lui nel contesto generale salva la faccia. Il copione si ripete tre giorni dopo, nel turno infrasettimanale contro il Livorno: la Lazio affonda per 1-0, ma stavolta l'argentino non è esente da colpe. A dicembre Giuseppe Papadopulo rileva Caso sulla panchina dei biancocelesti, e per Gonzalez è il capolinea. A gennaio la società tenta di spedirlo al Catanzaro insieme a Brian Robert, ma lui rifiuta. Ma per il suo addio all'Italia è solo questione di tempo: dopo quattro mesi di panchina e tribuna, il centrocampista se ne torna al Gimnasia La Plata per fine prestito. E pensare che, per prenderlo, Lotito aveva creato un mezzo caso internazionale...

Il ritorno al Gimnasia, per Esteban, è solo transitorio. Dopo una stagione peraltro ottima - ancora un secondo posto, stavolta agli ordini di mister Troglio - il giocatore sceglie, nell'estate del 2006, il Colon di Santa Fé. Qui ritrova l'amico Claudio Enrìa, con lui sia al Belgrano che al Gimnasia, e la stagione si conclude con un dignitoso sesto posto. Nel 2007 Esteban tenta nuovamente l'avventura europea, ma stavolta predilige la Spagna, firmando con il modesto Las Palmas, formazione di serie B che pochi mesi prima aveva regalato al calcio italiano il talento di Mariano Bogliacino. Ma il sole delle Canarie non scalda i piedi del ragazzo, il quale nonostante il buon minutaggio non convince mai del tutto, e soprattutto non riesce a guidare i suoi verso l'agognata promozione in A. Qualche settimana fa, Gonzales ha recisso il contratto con il Las Palmas facendo registrare il suo ennesimo trasferimento al Gimnasia La Plata, dove - c'è da augurarselo - forse resterà definitivamente. In Argentina il campionato è iniziato da poco, ed il nostro Esteban per ora si è messo in mostra soltanto per un'espulsione, nel match di tre giorni fa contro l'Independiente. Ma i presupposti per far bene, ed evitare una retrocessione non così lontana, sembrano esserci tutti. In panchina c'è l'ex compagno di squadra Guillermo Sanguinetti, mentre in difesa e in attacco svetteranno i due ex napoletani Ruben Maldonado e Roberto Sosa. Ehi, un momento: non è che con questi due in squadra, a Gonzalez verrà di nuovo la voglia di tornare in Italia?