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Casa Milan, Abbey Road. Come "Let it be" può risuonare nella ripartenza rossonera

Casa Milan, Abbey Road. Come "Let it be" può risuonare nella ripartenza rossoneraTUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
mercoledì 8 maggio 2024, 07:30Serie A
di Antonello Gioia

L'8 maggio 1970 dagli studi di Abbey Road risuonava quello passato alla storia come l'ultimo glorioso album dei Beatles, intitolato "Let it be", del quale fa parte anche l'omonimo, celebre e bellissimo brano "Let it be". A 54 anni di distanza, proviamo anche noi a onorare la composizione di Paul McCartney immaginandola in filodiffusione tra i piani di Casa Milan: non sarà il civico 3 di Abbey Road a Liverpool, ma per un attimo lasciamoci avvolgere dalle sue note un po' pop rock e un po' gospel e lasciamole disperdere all'8 di via Aldo Rossi a Milano.

NEI MOMENTI DIFFICILI

Le sentite? Possiamo quasi cantarle insieme. Cominciamo: "When I find myself in times of trouble...". Aspe, fermiamoci a riflettere subito. Traduzione: "Quando mi trovo nei momenti difficili...". A Casa Milan un primo verso così farebbe star tutti sull'attenti, quasi a sentirsi chiamati in causa, quasi a sentirsi già parte della canzone. D'altronde, il mondo rossonero, negli ultimi mesi e nelle ultime settimane in modo particolare, sta vivendo un periodo davvero doloroso; le delusioni post Scudetto sono state tante e la tristezza dilaga tra i milanisti, preoccupati da un futuro prossimo che, per forza di cose, dovrà essere più concreto in ambizioni rispetto al recentissimo passato. Si è, dunque, perfettamente dentro ciò che Paul McCartney intende trasmettere con quel primo verso: il Milan tutto (proprietà, società, dirigenza, squadra, tifosi) è in un momento complicato. Siamo immersi a pieno in "Let it be". Serve, di conseguenza, più attenzione e un orecchio ancora più teso.

UNA LUCE CHE ILLUMINA

Procediamo. Dopo un paio di ritornelli, si sente: "[...] And when the night is cloudy there is still a light that shines on me", cioè "E quando la notte è nuvolosa c'è ancora una luce che mi illumina". Impossibile, a questo punto, non fermarsi di nuovo, magari aprire gli occhi, alzare la testa, accennare un sorriso di speranza. Lo si è scritto prima: siamo immersi in "Let it be", così come vi è immerso il Milan. Anche in questo caso, Paul McCartney, con la proficua collaborazione di John Lennon (non potevo non citarlo mai!, ndr), aiuta a riflettere. E a ripartire. È vero che il mondo milanista è in piena notte ora, una notte buia, fredda, che spaventa, densa di nubi, ma non proprio tutte le luci sono spente. Non si deve ricominciare proprio tutto da campo. Una luce brilla ancora, perché la base della rosa rossonera è solida, forte, dal grande potenziale e c'è tutto un mercato davanti che porterà, senza ombra di dubbio, sensibili miglioramenti attraverso gli annunciati investimenti importanti; arriverà una punta centrale, un centrocampista dal grande impatto fisico, un paio di difensori, guidati da un allenatore che, come richiesto dall'intera piazza, si preannuncia di spessore prima ancora che carico di idee e di entusiasmo.

Ibrahimovic, Furlani, Moncada e Cardinale non saranno John Lennon, Paul McCartney, George Harrison e Ringo Starr, ma quest'oggi hanno metaforicamente cantato anche loro "Let it be" come 54 anni esatti fa i quattro Beatles. Fiducia.

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